Andy Warhol a Belluno

“Mi piace il denaro appeso al muro.
Metti di comprare un quadro da 200.000 dollari. Credo che dovresti prendere quei soldi, metterli assieme e appenderli al muro. Così se qualcuno viene a trovarti, la prima cosa che vede sono i soldi sul muro”. (A. Warhol)

Le opere con i dollari di Andy Warhol fanno parte della sua riflessione più diretta e ironica sul denaro come simbolo e come oggetto estetico. A partire dagli anni ’60, Warhol comincia a rappresentare banconote statunitensi in diversi formati e tecniche, dalle serigrafie monocromatiche ai collage su tela. In particolare, le Dollar Bills Series del 1962 segnarono uno dei suoi primi esperimenti nel trasformare un oggetto quotidiano e riconoscibile in arte.
Per Warhol, il denaro era sia un mezzo che un fine, ma soprattutto un’immagine potente, quasi mitica, della società americana. Riproducendo le banconote con lo stesso approccio seriale che usava per le icone pop, come le lattine Campbell o i ritratti delle celebrità, Warhol suggeriva che anche il denaro, come un volto famoso, potesse diventare un’icona popolare.
Al di là della provocazione, questi lavori sollevavano domande sul valore dell’arte, sull’autenticità e sulla mercificazione del gusto. Warhol, che non ha mai nascosto la sua attrazione per la ricchezza, dichiarava apertamente che il denaro era bello da vedere.
In effetti, nelle sue opere, lo trasforma in immagine, arte e oggetto di desiderio, lasciando lo spettatore sospeso tra critica e fascinazione