Giacomo Balla
Giacomo Balla nasce nel 1871 a Torino.Pittore, scultore e scenografo, inizia i suoi esordi con lo studio del violino che alterna al lavoro in un laboratorio di litografia. A Torino segue un corso serale di disegno e frequenta per pochi mesi un corso all’Accademia Albertina. Nello studio fotografico di Oreste Bertieri ha l’opportunità di conoscere Pellizza da Volpedo. Proprio Pellizza da Volpedo e Plinio Nomellini con il loro divisionismo influenzano la sua pittura negli ultimi anni dell’Ottocento. Nel 1895 si trasferisce a Roma, dove frequenta Duilio Cambellotti ed il gruppo di intellettuali dediti alla costituzione delle scuole per i contadini dell’agro romano. Tra il 1902 e il 1905 Balla realizza le quattro tele(inizialmente dovevano essere quindici) del ciclo dei Viventi:Il mendicante(1902),Il contadino(o l’ortolano, 1903),I malati(1903) e La pazza(1905). Sono opere in cui il divisionismo si abbina ad una forte carica umanitaria che mostra la profonda attenzione che l’artista torinese dedica agli emarginati e agli oppressi. In questi anni conosce Umberto Boccioni e Gino Severini che frequentano assiduamente il suo studio. Nel 1910 aderisce al “Futurismo”e la partecipazione alla stesura del manifesto La pittura futurista.Manifesto tecnico.Inizia la sua importante ricerca sul dinamismo e la crono fotografia di Edward James Muybridge,Etienne-Jules Marey e Anton Giulio Bragaglia, che lo portano a realizzare dipinti quali:Bambina che corre sul balcone(1912),Dinamismo di un cane al guinzaglio(1912) e Le mani del violinista(1912). L’analisi del movimento lo spinge a focalizzare l’attenzione sul moto delle automobili riuscendo a conferire la sensazione della velocità del veicolo in corsa grazie ad una griglia di triangoli di luci ed ombre innestati su linee curve e linee diagonali che irradiano da un punto interno o esterno alla composizione come in lavori quali Profondità dinamiche(1912),Velocità astratta(1913) e Velocità d’automobile(1913). Tra il 1912 e il 1914 è a Dusseldorf per la decorazione di casa Lowenstein da dove nasce il ciclo di opere Compenetrazioni iridescenti,uno dei primi esempi di arte astratta italiana. Nel 1915 insieme a Fortunato Depero redige il rivoluzionario manifesto Ricostruzione futurista dell’universo che estende la poetica futurista a svariati campi della vita, proponendo di reinventare l’ambiente umano soprattutto occupandosi dimoda, arredo, teatro:“…Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente…”.A livello teatrale è innovativa la scenografia che Giacomo Balla realizza nel 1917 per il balletto Feu d’artifice,con musica di Igor Stravinskij, in cui la presenza umana viene sostituita dall’alternarsi ritmico delle luci. Nella Exposition Internationale d’Arts Décoratifs di Parigi (1925), a cui partecipa insieme a Fortunato Depero ed Enrico Prampolini, i suoi arazzi vengono premiati. E’tra i firmatari del manifesto L’aeropittura. Manifesto futurista del 1931 e prende parte alla I°mostra di Aeropittura. L’Esposizione è l’ultima partecipazione a mostre futuriste perché oramai l’artista di Torino sta volgendo la propria attenzione alla pittura figurativa. Gli ultimi anni vedono,infatti, un ritorno al realismo perché come sostiene Balla stesso: “…L’arte pura è nell’assoluto realismo senza il quale si cade in forme decorative e ornamentali…”Morirà a Roma nel 1958.