Sughi Alberto

Alberto Sughi nasce nel 1928 a Cesena. È stato uno dei grandi maestri del panorama artistico del‘900 italiano.Pittore autodidatta, favorito dalla presenza in famiglia di uno zio artista e di una madre che ha sempre stimolato la sua passione per l’arte, esordisce all’inizio degli anni ‘50 scegliendo, nell’ambito del dibattito tra“Astrattismo”e“Figurativismo”,la via del“Realismo”,e venendo definito in seguito pittore del“Realismo Esistenziale”.I suoi dipinti ritraggono come fotogrammi di un film la vita sociale in cui ogni giorno ci troviamo immersi. Lontano da ogni intento politico, mette in scena particolari della vita privata, senza eroi, ricercando l’identità individuale, che appare cristallizzata, assorta nei propri pensieri all’interno di un bar o nell’intimità di una camera da letto. Così scrive Pietro Rosini: “Sughi configura un’idea classica dell’immagine sospesa tra una visione quasi metafisica ed una melanconica freddezza intellettuale, temperate da un sapiente dominio del colore e dall’ armonia con la quale lo dispensa. Un Maestro che con estrema semplicità ha dato vita a una pittura di forme statiche nello spazio di una tradizione italiana che non si è mai spenta. Nelle opere recenti di questo grande Artista, le figure al bar, appaiono come degli interlocutori in un dibattito sulle ragioni dell’esistere”.Esordisce al pubblico nel 1946 in una collettiva tenutasi nella sua città di origine,per poi trasferirsi per un breve periodo a Torino dove lavora come illustratore per la Gazzetta del Popolo.Nel 1948 alla Biennale di Venezia viene folgorato da una natura morta di Fougeron,ciò che lo colpisce è l’abilità dell’artista nel guardare in faccia la realtà, lui stesso racconta: “cominciammo a dipingere nature morte piene di violenza: gli oggetti più umili erano costruiti e fissati con taglienti inquadrature. Era già un passo;quegli oggetti erano ben gli stessi della realtà quotidiana, caricati poi di una passione che li sopravanzava. Intanto si cominciava a parlare di“Neorealismo” e di contenuti sociali“.Nello stesso anno giunge a Roma dove conosce diversi artisti come Marcello Muccini e Renzo Vespignani, membri del gruppo “Pontaccio”, che influenzeranno in modo significativo il suo lavoro artistico. “Cominciai a pensare ad una pittura dove l’uomo fosse reso nella sua vera misura. Ricordavo i contadini del mio paese e li vedevo sullo sfondo delle campagne o dei portici delle città romagnole. L’uomo nel suo paesaggio fu il nuovo appassionante tema della mia ricerca”.Nel 1951 torna a Cesena, attuando fino al 1956 il passaggio da un “realismo sociale”a quello “esistenziale”. La sua ricerca pittorica può essere suddivisa in cicli tematici, dal 1971 al 1973, con Pitture Verdi, dedicate al rapporto fra uomo e natura, dal 1975 al 1976,il ciclo La cena, all’inizio degli anni’80 la serie di Immaginazione e memoria della famiglia,dal 1985 la serie La sera o della riflessione, mentre l’ultima serie di grandi dipinti, esposta nel 2000, è intitolata Notturno. Si spegne a Bologna nel 2012