Ronda Omar

Omar Ronda, nasce in provincia di Biella, a Portula, nel 1947.Dopo una prima esperienza come gallerista nella sua città d’origine, esperienza che gli permette di entrare in contatto con importanti artisti di fama internazionale, nel 1973 vola a New York, città nella quale decidere di trascorrere un intero anno. Nella Grande Mela l’artista ha modo di conoscere i maggiori rappresentati del mondo artistico del tempo: dalla celebre coppia di galleristi Leo Castelli e Ileana Sonnabend, agli artisti di fama mondiale Rauschenberg, Warhol, Lichtensteine Basquiat, solo per citarne alcuni. Grazie all’amicizia con Leo Castelli e Gian Enzo Sperone–conosciuto in precedenza a Torino–comincia ad allestire mostre di grande risonanza internazionale per l’importanza e l’influenza degli artisti partecipanti.Benché all’apice del successo, agli inizi degli anni Novanta, Ronda decide di mettere fine alla propria esperienza come gallerista, per dedicarsi interamente alla progettazione artistica vera e propria, passione che coltiva fin da ragazzo. Così, nel 1993 è fra i fondatori, nonché teorico, del gruppo biellese “Cracking art” insieme a Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi e Carlo Rizzetti. Dal verbo inglese to crack che letteralmente significa incrinare, la “Cracking art” si pone, secondo i suoi aderenti, come movimento artistico di frattura con la tradizione passata, di quest’ultima prefiggendosi, come ambizioso obbiettivo, un radicale rinnovamento attraverso l’utilizzo di un nuovo e dirompente linguaggio, specchio della contemporaneità.Da qui l’impiego della plastica, materiale povero e quanto mai ordinario, ma, che, proprio a causa del suo utilizzo diffuso e consueto, si ritrova in tutto ciò di cui ci serviamo nella quotidianità. L’uso di materie plastiche–derivate dal petrolio, “(…) in precedenza natura, ovvero la sintesi organica della vita terrestre”–che riciclate, assumono la forma di riproduzioni di animali–installati in luoghi pubblici quali strade, piazze o centri commerciali–diviene anche metafora del grande impegno sociale e ambientale del gruppo. In questo modo, all’evidenza la dialettica fra la materia sintetica–la plastica–e quella organica–la Natura-. E proprio sulla dicotomia fra questi due concetti si basa la concezione teorica del movimento.“Come in una febbrile ricerca alchemica”, dalle prime opere create attraverso l’assemblaggio mediante colla su tela di riproduzioni di piante o animali in plastica, l’artista biellese giunge nel 1991 a realizzare le prime opere con polimeri termoplastici trasparenti: i FROZEN. Questi-evocando“(…) le pozzanghere congelate: proprio quelle pozzanghere che mi avevano tanto affascinato e che avevano popolato i miei sogni di bambino”, riferisce l’artista–sono il prodotto della sintesi chimica operata dalle alte temperature a partire da reagenti artificiali. Il risultato:oggetti naturali quali sassi, conchiglie e pesci paiono ibernati insieme ai volti delle grandi icone del mondo dello spettacolo del XX secolo.L’attenzione per l’ambiente e le delicate,nonché di sempre più urgente attualità, problematiche ecologiche, costituiscono il nucleo filosofico anche dell’ attuale progetto di Omar Ronda: SUPERNATURA. In questi anni il suo lavoro è stato teorizzato da critici e storici di rilievo fra i quali Tommaso Trini,Luca Beatrice, Harald Szeemann, Piero Adorno, Philippe Daverio.