Licini Osvaldo
Osvaldo Licini
Osvaldo Licini, nasce nel 1894 a Monte Vidon Corrado, nelle Marche.La sua formazione comincia nel 1908 con l’ingresso nell’Accademia di Belle Arti di Bologna dove conosce Giorgio Morandi, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani e Severo Pozzati. Il suo interesse si concentra subito sulle avanguardie francesi, coltivando parallelamente la lettura dei primi cataloghi sull’”Impressionismo”. Partito volontario nel 1915, in seguito a una grave ferita, viene congedato e nel nel 1916 si reca a Parigi dove la famiglia abitava fin dal 1902. Qui, il 18 maggio del 1917, assiste alla celebre prima di Paradeal Teatro Châtelet, sostenendo con giovanile entusiasmo l’opera di Picasso e Cocteau da lui conosciuti al Cafè de la Rotonde, insieme a Kisling, Zborowski e Modigliani. Di quest’ultimo divenne particolarmente amico, discutendo spesso delle avanguardie che si stavano allora affermando. Nella capitale francese espone a tre Salons d’Automne e a tre Salons des Indipéndants, nonché a una mostra di pittori italiani a Parigi organizzata da Mario Tozzi.Al periodo parigino, che si protrarrà fino al 1926, Licini alterna, nel 1920 e nel 1923, dei soggiorni a Saint-Tropez e in altre località della Costa Azzurra.Dopo aver partecipato con tre opere a una mostra del Novecento Italiano, con la pittrice svedese Nanny Hellstrom, sposata nel 1925, torna in Italia ritirandosi nel piccolo paese marchigiano di Monte Vidon Corrado. Qui visse come un eremita fino alla morte anche se sono da registrare diversi viaggi a Parigi, in Svezia e in altre paesi europee.Fino al 1930, secondo una sua nota autografa, i differenti periodi della sua pittura si possono dividere così: 1913-1915 “Primitivismo fantastico” , dopo questa data e fino circa al 1940, Licini si interessò di “Astrattismo”, distruggendo, con severa autocritica buona parte delle tele del periodo precedente. Nel 1933 scriveva infatti a Marchiori: “Da due anni però ho cambiato bruscamente strada. Per molte buone ragioni, di cui sono convintissimo, adesso non dipingo più dal vero”.Nel 1934 viene fondato, presso la Galleria del Milione, il gruppo degli “Astrattisti italiani”composto da Licini, Fontana, Reggiani, Soldati, Veronesi, Melotti e Gihiringhelli. La loro uscita pubblica coincide, nel marzo del 1935, con la prima mostra collettiva di arte astratta italiana nello studio di Casorati e Paolucci a Torino. Per Licini, che in novembre si reca a Parigi dove conosce tra gli altri Kandinsky, Magnelli, Herbin e Kupka, risulta fondamentale la lettura di Kn il libro di Carlo Belli, ispiratore, sostenitore e teorico del primo astrattismo italiano.Dopo la Seconda Guerra mondiale, l’artista riappare a Venezia, nel 1948, per la XXIV Biennale.dove espone le famose nove Amalasunte dipinte nell’eremo di Monte Vidon Corrado, il paese del quale nel frattempo era divenuto sindaco.Dal 1950 comincia il periodo più intenso e bello dell’opera di Licini ora intento a terminare i molti studi tracciati sulle carte. Il successo ormai crescente della sua arte è suggellato dalla presentazione da parte di Apollonio della personale alla XXIX Biennale del 1958. Sono 41 le opere esposte e Licini viene insignito del Gran Premio Internazionale per la pittura. Poco dopo aver visitato la mostra di Pisanello a Verona, muore a Monte Vidon Corrado l’11 ottobre 1958. Qualche tempo prima aveva scritto a Marchiori: “Sono diventato un angelo abbastanza ribelle, con la coda, e qualche volta mi diverto a morderla questa coda”.