De Pisis Filippo
Filippo de Pisis
Luigi Filippo Tibertelli conosciuto come Filippo de Pisis, nasce nel 1896 a Ferrara.De Pisis inizia adolescente a scrivere poesie, ma si dedica anche allo studio della pittura sotto la guida del maestro Odoardo Domenichini nella sua città natale,Ferrara, ed è proprio la pittura inseguito a portarlo a vivere una vita avventurosa, appassionata in varie città sia italiane come Roma, Venezia e Milano, sia europee come Parigi e Londra. L’incontro nel 1915 con De Chirico e il fratello Alberto Savinio a Ferrara per il servizio militare e con Carlo Carrà nel 1917 lo porta a condividere lo stile metafisico per un periodo limitato che termina con l’inizio dei suoi soggiorni a Roma e a Parigi dove dinnanzi a lui si aprono nuovi orizzonti pittorici. Inizia a rielaborare un suo stile fatto di suggestioni e soggetti del tutto originali, dove il tratto pittorico diventa spezzato quasi sincopato che Eugenio Montale definirà “pittura a zampa di mosca”.De Pisis dopo avere scritto prose, liriche e poesie raccolte nei Canti della Croara ed Emporio nel 1916, nel 1920 inizia a scrivere il saggio La città dalle 100 meraviglie, pubblicato inseguito a Roma nel 1923, dove si può notare l’influenza dei fratelli De Chirico con la loro visione nostalgica e malinconica della pittura. Alla ricerca di nuovi stimoli si trasferisce nel 1925 a Parigi. Il soggiorno si protrae ininterrottamente per quattordici anni rivelandosi proficuo sotto vari aspetti, ed essenziale sotto l’aspetto artistico. Conosce Edouard Manet e Camille Corot,Henri Matisse e i Fauves,per un uso più gestuale del colore e, oltre alle nature morte, dipinge nel periodo parigino paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d’ermafroditi. Nel 1926 de Pisis fa una sua personale presentata da Carlo Carrà alla Saletta Lideldi Milano e sulla scia del successo, riesce ad esporre la sua prima mostra personale parigina alla Galerie au Sacre du Printempscon la presentazione di De Chirico, continua in seguito ad esporre anche in Italia e inizia a scrivere articoli per L’Italia Letteraria e altre riviste minori. Stabilì un rapporto intenso con il pittore Onofrio Martinelli, già incontrato a Roma. Tra il 1927 e il 1928 i due artisti divisero anche una casa-studio, in rue Bonaparte. Entra quindi a far parte degli “italiani di Parigi”,un gruppo d’artisti che comprendeva de Chirico, Savinio,Massimo Campigli,Mario Tozzi,Renato Paresce e Severo Pozzati, e il critico francese George Waldemar(che alcuni anni prima aveva scritto una monografia su de Pisis) presenta la mostra Appels d’Italie alla Biennale di Venezia del 1930. L’anno dopo, per illustrare il libro del suo grande amico Giovanni Comisso, esegue una serie d’acquarelli, poi parte per l’Inghilterra, un viaggio breve che ripeterà ben tre volte, stringendo rapporti d’amicizia con Vanessa Belle Duncan Grant. Nel 1938 ritornato in Italia De Pisis è ospite di Italo Muscon il quale inizia, nello studio del pittore a Saint Vincent, una proficua ma breve collaborazione. Allo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1940, i sintomi della malattia nervosa, della quale era affetto fin da ragazzo, sono sempre più evidenti, ma continua lo stesso a lavorare. Si trasferisce a Milano nel 1944 e successivamente a Venezia per un periodo di studio ispirato dalla pittura di Francesco Guardie di altri maestri veneziani del XVIII secolo.Più tardi, a Roma, scoperti i toni caldi della pittura settecentesca, li riversa nelle nature morte e nei fiori, che divennero l’argomento prediletto.Le sue opere ottengono un grande successo soprattutto alle Biennali di Venezia del 1948 e del 1954, ma le precarie condizioni di salute negli ultimi due anni non gli permetteranno più di svolgere alcun lavoro; ricoverato in una clinica di Brugherio(Monza), de Pisis muore il 2 aprile del 1956.