Fioresi Stefano

Stefano Fioresi nasce a Modena il 28 luglio 1965. La sua sensibilità artistica unitamente ad una grande versatilità espressiva ed esecutiva, gli aprono la possibilità di compiere differenziate esperienze a livello artistico e professionale, anche di carattere internazionale.Dal 1989 si dedica con successo all’attività di operatore pubblicitario e parallelamente è attivo nel settore della grafica artistica.Tra le commissioni di particolare rilevanza in questo periodo, risulta la realizzazione di una serie di pannelli per la sede Ferrari di Maranello riproducenti la visione complessiva degli stabilimenti della casa del Cavallino(1990).Della fine degli anni Novanta si dedica a una personale ricerca artistica che unisce l’osservazione dell’attualità a uno stile espressivo unico, caratterizzato dall’utilizzo di una pittura granulosa, che all’acrilico mescola polvere di marmo seguita da una stesura finale di resina utilizzata per uniformare le campiture. In questi anni crea un nuovo linguaggio visivo che si costruisce attraverso fasi successive a partire dalla ripresa fotografica, e che, nelle rielaborazioni seguenti,risente dell’influsso dei media e delle immagini pubblicitarie tradotte nel codice semplice e diretto della Pop Art. In questo modo l’autore sviluppa un percorso attraverso il quale, rileggendo elementi sintattici e visivi della comunicazione di massa, attiva un approccio creativo alla raffigurazione artistica nella direzione di una “Nuova Pop Art Italiana”.I numerosi viaggi in Italia e all’estero, arricchiscono il suo patrimonio visivo di un repertorio di immagini in cui la città diventa soggetto o scenario della sua opera. Tra le principali mostre personali a partire dall’inizio del Duemila, ricordiamo: “NYC–New York City”, presso la Galleria Factory di Modena, a cura di Maurizio Sciaccaluga, nel 2003; “Re-Visiting MoMA” alla Galleria MOdenArte di Modena, a cura di Maurizio Vanni, nel 2012, di particolare rilievo la partecipazione alla 52 BIENNALE DI VENEZIA del 2007 con l’evento collaterale “Caos project”, presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, a Venezia.Significativo, nel 2015, l’invito a partecipare alla collettiva “Self: Portraits Of Artists In Their Absence” presso il National Academy Museum di New York, a cura di Filippo Fossati, Diana Thompson e Maurizio Pellegrin.