Manzoni Piero

Piero Manzoni
Piero Manzoni nasce a Soncino (Cremona) nel 1933, ma cresce e studia a Milano.Le prime esperienze artistiche iniziano tra il 1951-53, mantenendo una impronta tradizionalista,realizzando paesaggi e autoritratti ad olio. Le sue vocazioni rivoluzionarie e anticlassiciste lo portano ben presto ad avvicinarsi alle personalità di maggior rilievo nel campo delle avanguardie artistiche del secondo dopoguerra. Viene in contatto con Lucio Fontana e con lo Spazialismo, e in particolare con il Nuclearismo, movimento legato all’esplosione incontrollata e materica della pittura. Sarà con la realizzazione degli“ominidi”che,tra il 1955 e il 1956,abbandonerà totalmente la pittura figurativa. Si tratta di figure ottenute attraverso l’impronta di oggetti di natura diversa come chiodi,forbici,tenaglie,cavatappi,su una base di catrame pastoso lasciato colare sulla tela, il tutto accompagnato da scritte a lettere stampate, a riconferma della bidimensionalità del supporto. Del 1958 sono gli“Achromes”(dal francese: incolore), che lo renderanno un artista “unico”a livello mondiale, opere che produrrà sino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel 1963. Sono tele e altre superfici ricoperte di materiali diversi come: gesso grezzo, caolino, quadrati di tessuto, feltro e fibra di cotone, attraverso cui l’artista decide di fare letteralmente tabula rasa di ogni riferimento figurativo relazionato al mondo esterno. Non c’è alcuna implicazione cromatica o referenziale, ma una superficie spoglia e muta rispetto a ogni tipo di allegoria o arricchimento simbolico.Glistratidimateriavengonostrutturatisubandeverticaliotracciandounquadratoalcentro, presentando il gesso allo stato naturale e implicando quindi l’eliminazione di ogni possibile lavorazione aggiuntiva, lasciando all’ambiate che circonda l’opera e dallo scorrere del tempo. Dall’amicizia con Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani nasce nel 1959 la rivista Azimuth,dove compaiono scritti di Vincenzo Agnetti, Nanni Balestrini e Edoardo Sanguineti e illustrazioni di Yves Klein, Arnaldo Pomodoro,Robert Rauschenberg, Jasper Johns,Piero Dorazio, Gastone Novelli e Franco Angeli. Nello stesso anno entra in contatto con il Gruppo Zero di Düsseldorf iniziando a creare oggetti concettuali,oltrepassando il supporto bidimensionale della tela e dedicandosi in primi salle “Linee”, ottenute segnando tramite inchiostro delle linee di lunghezze diverse su rotoli di carta bianca. Le linee identificano un tempo di durata nella loro realizzazione,simboleggiando una riduzione concettuale di tutto il lavoro che era stato precedentemente sviluppato. Realizza in seguito i“corpi d’aria”,palloncini di materiale pneumatico,gonfiati di aria dall’artista o direttamente dall’acquirente dopo averle comprate e collocati sopra un sopporto di metallo.Il riferimento all’”aria di Parigi”di Duchamp è lampante, in entrambi infatti troviamo l’utilizzo di un ready-made come l’aria, elevato concettualmente ad oggetto d’arte, unico e irripetibile nella sua entità, da un lato l’aria di Parigi racchiusa dentro un’ampolla,dall’altro l’aria prodotta da una persona e perciò singolarmente personale. Così Manzoni diviene ufficialmente un “poeta del concettuale”. Sul finire del 1959 apre con Castellani il centro espositivo Azimut, che diventerà luogo di produzione artistica significativo dell’anti-informale. Qui presenta il 21 luglio 1960 la sua performance più famosa:la “Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte”. Un rituale “mistico”dovesi richiede agli invitati non solo di visitare una mostra ma anche di collaborare personalmente alla “consumazione” delle opere dell’artista.Così Manzoni segna alcune uova sode con la propria impronta del pollice per poi distribuirle al pubblico per essere mangiate sul posto.Nel 1961 inizia a firmare corpi viventi conferendo ad essi lo statuto di opere d’arte e di ready-made, rilasciando dei “certificati di autenticità” per queste sue “sculture viventi”, a questo progetto partecipano anche personaggi come Umberto Eco,Marcel Broodthaers e Mario Schifano. Così, viene invertito il concetto di fruizione dove lo spettatore diventa esso stesso opera d’arte cessando di essere un’entità esterna e distaccata.Nel Maggio del 1961 realizza 90 scatolette di latta intitolate “Merda d’artista” da 30gr., e le mette in vendita al prezzo dei corrispettivi grammi in oro! Ciò in segno di sfida ed irriverenza nei confronti di quei movimenti artistici che volevano elevare l’oggetto d’arte come unico risultato dell’espressione“interiore”dell’artista.