Boetti Alighiero

Alighiero Boetti

Nasce nel 1940 a Torino. Nel 1967 esordisce nell’ambito dell’ “Arte Povera”. Deciderà di trasferirsi a Roma nel 1972 città in cui scopre il piacere della luce e dei colori, lontani dall’austerità torinese. Grande fu la scoperta nel suo percorso artistico dell’Afghanistan, paese che influirà in maniera preponderante nella sua arte e che lo porterà alla creazione di mappe, planisferi colorati, la cui elaborazione affiderà alle sapienti mani delle ricamatrici afghane, e che riproporrà lungo gli anni come registro dei mutamenti politici del mondo.Artista concettuale, versatile e caleidoscopico, produce una grande varietà di tipologie di opere di cui per alcune ne delega l’esecuzione manuale ad altri, ma sempre secondo regole e principi ben precisi.Nascono così i“monocromi a biro”(blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata su carta mette in scena il linguaggio; ugualmente tutte le opere ricamate su stoffa, non solo le mappe del mondo ma anche certe composizioni di lettere,quadrate e multicolore.Il tempo, il suo scorrere affascinante e ineluttabile, è forse il tema unificante nella pluralità tipologica e iconografica di Boetti. Tra le ultime opere alcune sono monumentali, come i cinquanta arazzi con testi in italiano e persiano.Ha esposto nelle mostre più prestigiose e emblematiche della sua generazione ed è stato sei volte presente alla Biennale di Venezia, con una sala personale premiata nell’edizione del 1990 e un omaggio postumo nel 2001.La sua opera nonché le sue scelte in quanto artista hanno fortemente influenzato la generazione successiva in Italia e nel mondo.Morirà a Roma nel 1994.